sabato 6 ottobre 2012

La salsa nella seconda metà degli anni '90: la perdita dell'innocenza!

Il  successo della salsa in Italia, come è ormai ampiamente noto,  non è fatto solo di luci ma anche di molte ombre.

 Anzi la sua diffusione capillare ha innescato alcune spirali perverse che ne minacciano il futuro.

I primi anni ‘90, in questo senso sono stati una specie di "età dell'innocenza". La nostra passione non era motivata da motivi economici, né da esigenze da single. Eravamo, al contrario, dei romantici scapigliati, approdati nei pochi locali latini non tanto perché attratti dal ballo, piuttosto perché affascinati dalla cultura latino-americana...

All'epoca c'erano pochissime scuole. Se uno voleva imparare a ballare (oggi sembra assurdo ma c’era chi usciva la sera solo per ascoltare della ottima musica dal vivo) molto spesso lo faceva direttamente nei locali, rubacchiando un po’ qua un po’ là...

A partire dal 1994, l'interesse suscitato sia dal casino cubano che dalla salsa portoricana ha però fortemente cambiato questo approccio naif. A quel punto l'interesse del pubblico è passato dalla musica al ballo e per molti è diventato obbligatorio iscriversi ad una scuola, pur di partecipare alla festa.

In realtà le divisioni oggi esistenti sono alimentate da quelle che sono la croce e la delizia del mondo salsero: le scuole di ballo. Purtroppo le scuole tendono a trasformarsi in piccoli clan, in cui si cerca a tutti i costi di fidelizzare il cliente, arrivando persino a manipolare il suo gusto musicale.

La cosa più negativa è che, con gli anni, la proliferazione degli insegnanti (favorita dal lucroso mercato dei diplomi) ha finito con l'aumentare a dismisura il numero di clan, accentuando il grado di conflittualità.

C'è inoltre da rilevare che i rapporti tra i vari maestri non sono sempre dei migliori.

I primi ad odiarsi però non sono tanto quelli affermati (in quanto già affermati e quindi non bisognosi di conferme), quanto quelli rampanti, ovvero quelli desiderosi di scalare la vetta e di crearsi, a loro volta, la loro bella fetta di mercato.

Molti maestri devono così guardarsi le spalle in primis dai propri ex allievi, che (dispiace rilevarlo) sono spesso i primi, una volta staccatisi, a cercare di parlare male del proprio maestro e del suo lavoro, nella speranza di riuscire a trovare un minimo di iscritti ai loro corsi...

Il business che c’è intorno al "fenomeno salsa" scatena di conseguenza un gioco al massacro e diventa difficile in questo clima avere dei corretti rapporti di vicinato se non di vera e propria amicizia (virtù molto rara un po’ dappertutto ma soprattutto negli ambienti altamente competitivi in cui è più importante l’apparire che l’essere)...

Questo clima guerrafondaio è sicuramente il male più grande del nostro ambiente e credo che sia necessario per noi tutti, semplici appassionati o addetti ai lavori, fare un piccolo passo indietro per prendere coscienza del grosso pericolo che stiamo correndo.

Qui rischiamo, in presenza di una guerra prolungata, di distruggere quello che tanto faticosamente abbiamo costruito in questi anni. Il perdurare di queste faide, di queste lotte più o meno clandestine rischiano infatti di farci ritrovare in quattro gatti a rimpiangere il miracolo italiano...



Articolo scritto da Enzo Conte

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