mercoledì 10 ottobre 2012

L'UNIVERSITA' DELLA DANZA E DEL BALLO SOCIALE E FOLKLORICO

Il crescente interesse del pubblico italiano verso  il mondo della danza e del ballo ha visto negli ultimi anni il prolificare di tantissime scuole ma soprattutto il dilagare di tantissimi maestri improvvisati, molti dei quali dedicatisi "all'arte di insegnare" praticamente dalla notte alla mattina.

Immaginate ora cosa succederebbe se tutti coloro in grado di suonare uno strumento si mettessero ad insegnare musica. Sarebbe il caos più totale!...

Per fortuna non è così, anche perché a regolare la figura del Maestro di Musica c'è una bellissima Istituzione che si chiama "Conservatorio", dove  si iscrivono coloro che vogliono dedicarsi  all'insegnamento o all'attività concertistica (avendone chiaramente  capacità e talento).

La mancanza nel mondo della danza di una istituzione simile al Conservatorio, serve a spiegarci ampiamente la situazione di caos in cui viviamo ed i paradossi a cui oggi impotenti assistiamo.

Oggi infatti qualsiasi persona con un po' di iniziativa (ed in grado di fare almeno un passo base) può mettersi ad insegnare, perché lo STATO di fatto chiude gli occhi, al punto da non riconosce ufficialmente il mestiere del MAESTRO DI BALLO (basta andare ad un ufficio ENPALS, l'ente pensionistico dei lavoratori dello spettacolo, per rendersene conto).

Per lo Stato esistono i Maestri di Musica (che escono dal Conservatorio), persino i Maestri di Educazione Fisica (quelli che in passato uscivano dall'ISEF) e gli allenatori sportivi (basti pensare ai tecnici che escono dalla scuola di calcio di Coverciano) ma non riconosce i MAESTRI DI BALLO, perché ha il torto antico di non  considerare questa una vera e propria professione, meritevole dunque di rispetto e di attenzione.

Questo però, a ben vedere,  è UN TORTO che appartiene a tutta la nostra Organizzazione Scolastica che è rimasta ancorata ai programmi della  riforma Gentile di epoca fascista.

Nel frattempo il mondo è cambiato: sono sorte nuove professioni, nuovi mestieri, nuove figure professionali, nuove esigenze, ma noi siamo ancora lì con i programmi  del secolo scorso,  impegnati magari a buttare sangue su materie morte come greco, latino e (per certi versi) matematica.

Da questo punto di vista ci sarebbe molto da imparare da un paese emergente come il Brasile dove hanno creato delle Università ad hoc per le professioni emergenti. Pensate, ad esempio,  che mia moglie (che di professione è estetista) ha frequentato lì l'Università di Estetica (il corso dura tre anni).

Non poteva poi mancare in una città musicale come Salvador de Bahia una Università della Danza, dove si laureano i futuri performers o i futuri maestri di ballo. Tutte queste sono Università riconosciute dallo Stato.

Persino nella affascinante Cuba esiste un Istituto  del genere, ovvero l'ISA, Istituto Superiore dell'Arte che è contemporaneamente un Conservatorio di Musica, una Accademia di Danza e Teatro ed un Istituto  di Belle Arti.

Qui in Italia invece siamo rimasti proprio dietro, al punto che non esiste nulla di simile (a parte forse il DAMS di Bologna).

Per cui se vogliamo salvaguardare il futuro della nostra professione, tutti i nostri sforzi dovrebbero essere rivolti non alla creazione dell'ennesima "Associazione tra Amici", ma semmai alla nascita di una "UNIVERSITA' DELLA DANZA E DEL BALLO SOCIALE E FOLKLORICO", una ISTITUZIONE riconosciuta dallo Stato che possa fornire a tutti i maestri non solo una laurea, ma anche delle solidi basi sia dal punto di vista didattico o metodologico che dal punto di vista psicologico e della comunicazione sociale.

Il che non ci assicura certo che tutti i maestri che usciranno  da quella Università saranno necessariamente i più bravi. Questa Università però potrebbe essere un ottimo strumento per  mettere ordine all' anarchia oggi esistente, per darci delle regole, per fissare delle norme, per creare dei veri e propri programmi scolastici.

In caso contrario, di questo passo, finirà  che per il futuro ci saranno più maestri che allievi!!!

Infatti mentre anno dopo anno cresce sempre più il  numero degli insegnanti, il numero degli allevi non cresce, ed  ecco perché un po' tutte le scuole stanno cominciando a sentire i venti della crisi,  semplicemente perché oggi come oggi l'offerta è superiore alla domanda.

Qualcuno potrebbe optare che ci sono già le Federazioni di Ballo che elargiscono diplomi, ma stiamo parlando di due Istituzioni completamente diverse, con fini ed obbiettivi totalmente differenti.

La presenza di una Università del Ballo non ostacolerebbe l'esistenza delle tante Federazioni oggi operanti, in quanto queste  federazioni sono di fatto delle ASSOCIAZIONI SPORTIVE, per cui si occupano di SPORT e quindi di gare.

Una Università del Ballo è chiaro si dovrebbe occupare di tutt'altro, ovvero: ARTE, STORIA, CULTURA e FORMAZIONE.

Coloro che amano le gare, e che vedono nel ballo uno  sport è giusto che si iscrivano alla loro bella Federazione, ma chi nella danza e nel  ballo sociale (senza dimenticare quello folklorico) non vede né una gara, né uno sport, dovrebbe pure avere il diritto di avere una struttura specifica in cui studiare.

Questo è un tema che il Ministro della Pubblica Istruzione  dovrebbe prendere a cuore.

Oggi le Scuole di Ballo hanno un fatturato altissimo (spesso in nero) ed è assurdo che lo STATO non si renda conto di tutto ciò e non si preoccupi Lui per primo di mettere ordine a questa giungla.

Esiste poi un  altro assurdo:  proprio la riforma Gelmini prevede la nascita di Licei Musicali e Coreutici dove studiare sia musica che ballo. Sono stato al Ministero a chiedere informazioni sui criteri di reclutamento degli insegnanti per le varie discipline. Ebbene all'ufficio informazioni del Ministero non mi hanno saputo dare una risposta esauriente.

Mentre per gli insegnanti di Musica è naturale che vengano scelti tra coloro che sono diplomati al Conservatorio, non è ancora chiaro con che criterio vengano scelti gli insegnanti di ballo, visto che non ci sono Accademie o Università riconosciute dallo stesso Stato (con l'eccezione forse delle Accademia di Danza della Scala e del Teatro dell'Opera).

Il che significa  che per il futuro ci attende una vera e propria battaglia giuridica, perché al momento siamo considerati dei peones (se non proprio degli stravaganti).

Dobbiamo sforzarci di volare più in alto e di capire che solo dando dignità e nobiltà alla carriera del Maestro di Ballo, potremmo un domani mettere fine al CAOS oggi esistente.

La posta in  gioco, cari amici e colleghi,  va' dunque ben al di là dei personali interessi di bottega.

Prevede una vera e propria rivoluzione nel campo dell'insegnamento (se mai ce ne sarà una).

Certo, il giorno in cui lo Stato prevederà una LAUREA per coloro che volessero dedicarsi al mestiere del Maestro di Ballo, saranno in molti a spaventarsi. Sono però altrettanto certo che una eventualità del genere non spaventerebbe affatto  coloro che da anni fanno di questa missione il proprio mestiere.

Mi riferisco in particolare a quei Maestri,  di nome e di fatto, che sanno perfettamente di non avere  nulla da temere da un Corso di Laurea del genere.

Sono fermamente convinto che una Università del genere non solo ci permetterebbe di allargare le nostre conoscenze e di ottimizzare le nostre qualità, ma (cosa fondamentale) ci aiuterebbe ad uscire dall'anonimato assoluto (assumendo una vera e propria identità giuridica e fiscale)  mettendo finalmente fuori gioco l'imperante  "dilettantismo allo sbaraglio", tipico di questi nostri tempi incerti...


Articolo swcritto da Enzo Conte

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